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Le blastocisti: uno dei fattori di successo della Fivet

Il centro Eubios di Merano, così come tutti i centri europei Fivet Prof. Zech, di cui quest’ultimo fa parte, pratica – nella maggior parte dei casi (nei casi in cui è possibile) – il transfert di blastocisti. Per blastocisti si intende, per spiegarlo in modo semplice, l’ovocita – ovvero la cellula nata dalla fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo – giunto a un determinato grado di sviluppo che coincide con il 5/6 giorno dalla fecondazione.

Coltura blastocisti

La fecondazione in vitro prevede, una volta ottenuto l’ovocita, che questo venga messo in coltura su un terreno fertile e conservato in incubatore ad una temperatura costante di 37 gradi. Durante le prime 18/20 ore il biologo controlla con un microscopio l’evoluzione degli ovociti e considera sani – e quindi trasferibili nell’utero della donna – solo quelli che si sdoppiano, nelle prime fasi di scissione, in 2 nuclei, e poi ancora nelle successive 36/72 ore in 4 e 8 cellule.

Nelle maggior parte dei centri di fecondazione assistita sia italiani che esteri, il trasferimento nell’utero materno avviene più o meno al 3 giorno dal pick up cioè quando il biologo ha individuato quegli ovociti considerati sani ovvero formati da 4/8 cellule. Purtroppo però, questo non garantisce l’attecchimento all’interno dell’utero anzi, in molti casi, si verificano degli insuccessi.

E’ stato proprio l’alto caso di insuccessi in questa precisa fase che ha spinto medici, biologi e embriologi, che operano all’interno delle strutture prof. Zech, dopo attenti ed approfonditi studi, ad allungare i tempi di attesa del transfert e impiantare nell’utero le colture blastocitarie. Queste ultime, infatti, che sono di numero minore rispetto a quelle che il biologo avrebbe selezionato al 3/4 giorno – a dimostrazione del fatto che anche in laboratorio non tutte continuano la loro vita – sono più resistenti e quindi garantiscono maggiore successo, nonostante di primo acchito può sembrare che le possibilità vengano ridotte.

Quelle 24/48 ore in più che conferiscono all’ovocita il nome di culture blastocitarie o blastocisti sono una naturale autoselezione in quanto non tutti gli ovociti che da una prima osservazione sembravano sani hanno proseguito la loro evoluzione in ulteriori cellule. Queste ore di differenza, significano certo , ma anche costi molto più alti in quanto, nell’ultima fase, vengono utilizzati nuovi terreni, i laboratori e i biologi devono lavorare per più tempo. Il giorno del transfert, cadendo in un momento preciso, cioè a 5/6 giorni dal pick up obbliga medici, personale di laboratorio e assistenti a lavorare senza sosta anche nel week end.

L’alta percentuale di successo e gli elevati standard qualitativi del centro Eubios di Merano e del network centri Fivet Prof. Zech, sono proprio il risultato di un modo di lavorare che mette al centro di tutto la realizzazione del desiderio di avere di avere un bambino.


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